3) Il femminile esiste: basta usarlo

Chi è stato a cena con una rossa non si tranquillizzi. Può darsi che sua moglie non lo venga a sapere, ma ha senz’altro indirettamente contribuito, attraverso l’articolo di pettegolezzo che un giornalista ha scritto su di lui, a prolungare un uso discriminatorio della lingua. Sono espressioni che abbiamo molto letto nel passato e che resistono nell’uso anche oggi. Mi sentirei in tutta sincerità e senza alcuna supponenza di dare un consiglio a chi abbia scritto quella espressione: la prossima volta rifletta quanto una frase di quel tipo possa essere offensiva per il genere femminile, ridotto per sineddoche ad una capigliatura, costretta a condividere l’interesse per il colore con un’auto. Tanto per rimanere fra sineddochi, meglio sentir parlare di fuga di cervelli, quando riferita alle donne! Ma tant’è, l’uso discriminatorio della lingua italiana persiste, malgrado alcuni generosi tentativi per porre rimedio al problema. C’è una tradizione grammaticale da riformare e, passo dopo passo, si sta tentando di realizzare il risultato di una grammatica più bilanciata, sempre meno sessista. Intanto si comincia a porre sempre maggiore attenzione, soprattutto nella lingua scritta, in tutte le lingue europee, nelle situazioni ufficiali e istituzionali. In Italia, dopo Il sessismo della lingua italiana, di Alma Sabatini, del 1987; Che genere di lingua? Sessismo e potere discriminatorio delle parole, di Maria Serena Sapegno del 2010; le Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo del Comune di Firenze e dell’Accademia della Crusca del 2012,  la Guida al pari trattamento linguistico di donna e uomo nei testi ufficiali della Confederazione pubblicato dalla Confederazione Svizzera nel 2012; è appena uscito l’11 luglio del 2014, Donne, grammatica e media – Suggerimenti per l’uso dell’italiano, scritta dalla docente di linguistica Cecilia Robustelli.
A questi testi ci riferiremo per affrontare questioni di genere della lingua, piccole solo in apparenza. Non si tratta di inventare scappatoie o stranezze. Il femminile esiste: usiamolo!

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