IL CIELO IN UNA STANZA, PLANETARIO E OSSERVATORIO ASTRONOMICO

Il cielo in una stanza:

planetario e osservatorio astronomico

(articolo pubblicato su Oltre, n. 32)

Per mille anni e più fu l’astrolabio, lo strumento con il quale affrontare l’osservazione del cielo.

La posizione del Sole e delle stelle erano riportate, durante l’anno, su un disco che poteva essere ruotato e posizionato in modo da rappresentare la volta celeste di un dato momento. A colpo d’occhio lo strumento permetteva di capire quali astri fossero visibili in quel momento, quali fossero prossimi al sorgere e quali si accingevano a tramontare. Lo strumento ebbe lunga vita, quasi mille anni: gli ultimi esemplari arrivano al XVIII secolo. È rimasto sostanzialmente immutato per tutto quest’ arco di tempo, usufruendo dell’apporto di modestissime varianti.

Oggi, invece, per conoscere e far conoscere il cielo, abbiamo strumenti assai più sofisticati.

Un po’ di magia lo strumento di cui parliamo ce l’ha anche con le luci di servizio, o per così dire “normali”, grazie alla pianta architettonica circolare, alle comode poltrone che si susseguono a cerchio, e soprattutto grazie alla volta a cupola che sovrasta le teste, che già a partire dalla sua forma suggerisce molte promesse. Poi, allo spegnimento delle luci di sala, diventa chiaro che il cielo sta per entrare nella stanza. All’accensione delle prime forme, proiettate nel buio, sulla volta che funge da schermo, ecco che la magia prende forma. Compaiono gli astri, e poi le stelle. Sono lì, sopra di noi, comodamente seduti sulle nostre poltrone, come se potessimo toccarle con un dito. Le stelle di oggi? Forse, se vogliamo: come si presenterebbero in una notte pura e stellata, se tutte le condizioni confluissero a fornire le premesse ideali.

Quante volte abbiamo cercato, magari in una notte estiva, di orientarci nel cielo sopra di noi? Con pochi elementi in nostro possesso, a occhio nudo, abbiamo cercato di cavarcela alla “meno peggio”. Raramente c’era qualcuno che ci spiegasse, ci guidasse.

Ma qui c’è. Qui le stelle vengono nominate con i loro nomi precisi, vengono seguite nella loro traiettoria, visibile in proiezione e “riassumibile”, se lo si desidera, in uno spazio di tempo accorciato. Allo stesso modo si possono abbreviare i tempi del succedersi delle fasi lunari, o delle stagioni, e quelle dei viaggi dei pianeti nel cielo. Volendo esagerare si potrebbe tornare indietro in un viaggio virtuale nel tempo, raggiungendo un cielo di migliaia di anni fa, o proiettarci in avanti, in un cielo a venire. O potremmo spostarci di latitudine, immaginarci in una calda notte equatoriale o in una altrettanto interessante ma gelida, sera polare.

Tutto questo ci è permesso in un Planetario: meraviglioso strumento per simulare il cielo e vederlo, in proiezione, in un modo che ci aiuta a comprenderlo. Ed è uno strumento, bisogna dirlo, di grande fascino.

Sotto il cielo, che mutava con il passare delle ore notturne, gli antichi individuavano, a occhio nudo dapprima, poi con alcuni strumenti, la posizione di alcune stelle; forse per memorizzare attribuivano agli insiemi di stelle, le costellazioni, le forme degli animali. Nacquero così i miti riguardanti il cielo.

Ora lo spettacolo della volta stellata è visibile anche nel Planetario di Alpette, paese del Canavese che negli ultimi mesi ha fatto molto parlare di sé, grazie alle interessanti iniziative che con buona frequenza partono proprio da quel comune. Ebbene, lì, nel nuovo Planetario che ora arricchisce le offerte culturali del Canavese, Sole, Luna, pianeti, stelle, nebulose e galassie sono di scena sul soffitto a cupola semisferica, senza che si possano distinguere per importanza primi attori e comprimari: tutti gli elementi del cielo contribuiscono a fornirci una possibile occasione di lettura.

Ad Alpette già dal 1972 esisteva un Osservatorio astronomico con una cupola metallica di cinque metri e mezzo; attualmente la struttura dell’Osservatorio ha a disposizione un telescopio con cui si possono scorgere stelle cinquemila volte più deboli di quelle che normalmente l’occhio umano è in grado di percepire; è inoltre in grado di fotografare nella notte stelle la cui luce equivale, con un’immagine un po’ poetica, a una candela accesa distante 3500 chilometri.

L’Osservatorio svolge da tempo attività divulgativa, cui ora si aggiunge l’attività più specificamente didattica del Planetario, inaugurato nel trascorso mese di ottobre. Senza muoversi dalla poltrona i gruppi che vi accederanno potranno vedere il cielo di una certa ora in un certo luogo, oppure, per mezzo di sofisticati mezzi digitali; potranno partire, senza alzarsi dalle poltrone, per avventurosi viaggi alla scoperta dei più affascinanti oggetti che popolano l’Universo, fra nebulose e meteoriti, senza correre alcun pericolo, anche se li percepiranno in rapida traiettoria diretta verso di sé.

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